Grande Romanzo Americano

La capanna dello zio Tom (1852) di Harriet Beecher Stowe è comunemente citato come più celebre esempio di GAN, tanto che De Forest lo considerava il romanzo più vicino possibile.

Il Grande Romanzo Americano (dall'inglese Great American Novel, GAN) è un romanzo canonico che si pensa incarni l'essenza degli Stati Uniti d'America, possibilmente scritto da uno statunitense e che tratti in qualche modo la questione del carattere nazionale statunitense. Il termine fu coniato da John William De Forest in un saggio del 1868. Sebbene De Forest abbia menzionato La capanna dello zio Tom (1852) di Harriet Beecher Stowe come possibile esempio, ha notato che molto probabilmente il Grande Romanzo Americano non era ancora stato scritto. Lo scrittore Henry James ha poi abbreviato il termine in GAN nel 1880.

L'idea si è evoluta ed è continuata nell'era moderna, sebbene lo sviluppo nazionale statunitense l'abbia respinta da alcuni come non più applicabile. Nei primi anni del Novecento alcuni esperti hanno considerato l'idea "estinta come il dodo". È stato riscoperto lentamente dagli anni venti in poi. Clyde Brion Davis e Philip Roth hanno entrambi scritto romanzi sul GAN negli anni settanta, un periodo di prosperità per il concetto.

Dalla creazione del concetto è stato dichiarato il GAN un assortimento di romanzi, che vanno da L'ultimo dei Mohicani (1826), a L'uomo invisibile (1952), a Telegraph Avenue (2012). Sono emerse anche interpretazioni proprie del GAN: scrittori e accademici hanno commentato la pragmatica del termine, i diversi tipi di GAN e la sua relazione con razza e genere. Sono stati proposti equivalenti al GAN, come la pittura e la poesia.


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